Fondazione Corrente – Studio Treccani

Ernesto Treccani

Artista | Porta Nuova | Il secondo dopoguerra

Biografia

Ernesto Treccani (Milano 1920 –  2009) fonda nel 1938 la rivista “Corrente” che riuniva gruppi di intellettuali ed artisti antifascisti; espone le prime opere alla Bottega di Corrente con Birolli, Guttuso e Sassu. Nel dopoguerra, coerente con il proprio impegno politico e civile, privilegia i temi della realtà contadina e del paesaggio urbano industriale. In seguito la sua pittura si arricchisce di tematiche diverse sperimentando varietà di tecniche, materiali e soluzioni formali nuove. Nel 1978 istituisce la Fondazione Corrente.

Esistono ancora strade a Milano, come via Carlo Porta, che sembrano apparire e sparire. Ci sono e non ci sono, ci passi affianco e neppure le vedi. Qui arrivò una mattina del 1970 una giovane ragazza in cerca di lavoro. Veniva da Vanzaghello, fra Busto Arsizio e il Ticino. Si chiamava Onorina e colma di soggezione non sapeva come rivolgersi nei tuoi confronti. Cercavi una segretaria, Ernesto, che gestisse i tuoi infiniti impegni quotidiani. Onorina ti conosceva bene, conosceva alla perfezione la tua famiglia, che “al paese” aveva dato lavoro a intere generazioni di concittadini. Bastò una tua frase per toglierla dall’imbarazzo: “qui non ci sono né conti né contesse”, dicesti, sorridendo. Era il giorno del suo compleanno. Lavorò con te fino alla fine dei tuoi giorni. Conoscendo le tue manie, i tuoi orari, i tuoi ritmi. La passione per l’ordine, la precisione, i riti quotidiani. I tuoi appuntamenti mattutini, la pittura, ogni giorno, fino all’ultimo giorno, il tè pomeridiano o la crostata che le facevi trovare ogni giorno al suo arrivo. Ti preoccupavi dei suoi ritardi, colpa delle ferrovie Nord, ti agitavi se non usciva in tempo per prendere il treno che la riportava a casa. Eri fatto così, ti interessavi di tutti, tutti amavi, condividevi con tutti angosce e passioni.

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Foto di Cesare Colombo, Ernesto Treccani alla Fondazione Corrente, 1986, Milano, Archivio Treccani, Fondazione Corrente

Sembrava quasi volessi espiare il peso di una famiglia così importante. Tua madre Giulia, a cui eri legatissimo, era una marchesa genovese, tuo padre Giovanni un capitano d’impresa che aveva fatto fortuna nella manifattura tessuti, ed aveva acquistato il Cotonificio Valle Ticino, a Vanzaghello, appunto, dove tu crescesti nella grande villa liberty, chiamato dalla servitù “il contino”, ascoltando il suono delle sirene delle fabbriche di tuo padre che proveniva oltre il muro di cinta. Per tutta la vita non hai fatto altro che abbattere quel muro. Eliminare gli steccati di classe, di censo, condividere con tutti l’amore per la vita, per l’arte.

E forse hai anche cercato di dimostrarti migliore di un padre così straordinario, così ingombrante. Capace di legare il suo cognome, il “tuo” cognome, alla prima enciclopedia mai realizzata in Italia, la Treccani. Magnate e filantropo, Senatore del Regno nel 1924, insignito del titolo di conte nel 1937. Giudizioso e morigerato. Generoso, pure. Dopo la maturità classica, non avevi ancora diciotto anni, ti aiutò a fondare una rivista. Troppo, per chiunque. Le malelingue dell’epoca dicevano che i ragazzi come regalo a quell’età sognavano una motocicletta, non la direzione di un periodico. Forse ti credevano un ragazzo viziato. E sbagliavano. Ché “Corrente di vita giovanile” fu, certo, il sogno di un ragazzo ma fu anche l’ossigeno che mancava nel panorama asfittico di un regime sempre più chiuso, violento e razzista.

A quell’età si fanno cose folli, Ernesto. Cose che ti segnano per l’intera esistenza. Decidi chi sei e cosa sarai per sempre. Avevi concesso ai tuoi di studiare ingegneria, per amor filiale, ma che volessi vivere d’arte, di cultura, di pittura era cosa che pure tuo padre aveva compreso e accettato. Lo preoccupava solo la tua passione politica, il tuo sempre più evidente, imbarazzante, pericoloso, per la tua incolumità, antifascismo. Anni dopo Gianni Rodari ricordava, a quella che diverrà tua moglie, che “quando arrivava Corrente, per noi, giovani della provincia, era un grande avvenimento”. Ci voleva un ragazzo per avere così tanto coraggio.

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