Fonderie d’arte a Milano

Il confine tra arte e artigianato non è sempre nettamente tracciato né tracciabile con sicurezza. Spesso, infatti, la mente e gli occhi dell’artista hanno bisogno della mano dell’artigiano per dare forma all’idea concepita e, quando questa collaborazione si realizza, il genio dell’uno e la maestria dell’altro si saldano nella materia concreta.

Questo è vero anche per la scultura in bronzo di alcuni grandi del Novecento che per il compimento delle loro opere si sono rivolti (e si rivolgono) ai fonditori milanesi certi di poter trovare in loro le competenze e le sensibilità necessarie. Consegnando il modello in creta, gesso o altri materiali (chiamato “negativo”), gli artisti affidano loro la realizzazione dell’opera d’arte, in pratica l’ultimo decisivo passaggio. Tra gli altri, Mario Negri e Alik Cavaliere e Francesco Messina ebbero in particolare rapporti con i fonditori di tre officine milanesi, tutti abili maestri nella tecnica della fusione in bronzo a cera persa.

La prima è la MAF (Moderna Fonderia Artistica). Nata attorno agli anni ’70 dell’Ottocento ad opera dell’ingegner Lazzari, essa venne portata avanti dai fonditori Menescardi, Austoni e Figini, quest’ultimo a sua volta anche scultore (MAF è l’acronimo dei loro cognomi). Trasferitasi in tempi più recenti da via Soperga a Milano a Pioltello, è recentemente diventata anche un polo didattico dell’Accademia di Brera, con un’aula appositamente dedicata alle tecniche di fonderia.

Alla MAF, lavora per diversi anni il giovane Giuseppe De Andreis, detto “Pinella”, che nel 1964, se ne distacca, per aprire la Fonderia De Andreis. Oggi in mano ai tre figli di Pinella, la De Andreis (a Rozzano, in via Volturno) prosegue la tradizione trasmessa loro dal padre.

Ultima, ma non meno importante, la Fonderia Artistica Battaglia, nata nel 1913 in via Gran San Bernardo e trasferitasi negli anni ’50 in via Stilicone, dove si trova ancora oggi.

Tutte e tre sono ancora oggi attive e non solo collaborano come già nel Novecento, con i grandi artisti, ma consentono la conservazione e la trasmissione di tecniche e mestieri preziosi.

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