Fondazione Corrente – Studio Treccani

Ernesto Treccani

Artista | Porta Nuova | Il secondo dopoguerra

Biografia

Ernesto Treccani (Milano 1920 –  2009) fonda nel 1938 la rivista “Corrente” che riuniva gruppi di intellettuali ed artisti antifascisti; espone le prime opere alla Bottega di Corrente con Birolli, Guttuso e Sassu. Nel dopoguerra, coerente con il proprio impegno politico e civile, privilegia i temi della realtà contadina e del paesaggio urbano industriale. In seguito la sua pittura si arricchisce di tematiche diverse sperimentando varietà di tecniche, materiali e soluzioni formali nuove. Nel 1978 istituisce la Fondazione Corrente.

A Milano con la tua famiglia abitavate in via Montebello al 32, nella grande villa che nel dopoguerra uno dei tuoi fratelli – che al titolo di conte teneva più di te – riuscì ad abbattere per promuovere una operazione immobiliare più che fruttuosa, nel cuore di una città che stava cambiando per l’ennesima volta pelle. La redazione della rivista era a casa tua. La redazione eri tu.

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Mario DeMicheli, Vittorio Sereni, Giansiro Ferrata, Ernesto Treccani, Raffaele De Grada, Luciano Anceschi, inaugurazione Fondazione Corrente, Milano, 1978, Fondazione Corrente, Archivio Ernesto Treccani

Quanto durò l’esperienza di Corrente? Poco, pochissimo, eppure quanto riuscì ad essere feconda! Fu la pietra miliare che indirizzò l’intera tua esistenza. Erano anni in cui scrivevi testi sperimentali per Giorgio Strehler e Paolo Grassi (e che interpretava Franco Parenti alla sala Sammartini), anni dove imparavi a dipingere con Bruno Cassinari e a gestire una rivista che aveva come collaboratori artisti, filosofi, poeti spesso più vecchi di te: Luciano Anceschi, Carlo Bo, Renato Birolli, Antonio Banfi. E poi le mostre di pittura -inaugurate alla Permanente o alla Galleria Grande in via Dante – con Carlo CarràGiacomo ManzùRenato GuttusoMario Mafai. L’elenco dei collaboratori era lunghissimo, da far tremare le vene ai polsi. Tu, ragazzino lungo e magro, neppure ventenne, imparavi facendo. Vittorio Sereni te l’ha sempre riconosciuta come virtù “l’attitudine al lavoro comune e l’assoluta dedizione a questo”.

Arte, vita, società, politica erano una cosa sola per te. E anche l’amore. Hai conosciuto Lidia perché conoscevi suo fratello, “Raffaellino” De Grada. Tuo collaboratore e amico, arrestato una prima volta dal regime nel 1938 e poi di nuovo incarcerato per gli scioperi organizzati alla Pirelli nel ’43. In quegli anni la tua rivista era già stata soppressa dalla polizia, ma tu durante la guerra continuasti a pubblicare nelle “Edizioni di Corrente” le poesie di Vittorio Sereni, le traduzioni dei lirici greci di Salvatore Quasimodo, le pièces teatrali di Beniamino Joppolo, le fotografie di Alberto Lattuada. E a fare militanza antifascista, organizzando riunioni segrete o distribuendo volantini in città.

In un giorno di licenza dal fronte Cassinari organizzò una festa nel suo studio, in via San Tomaso. Eravate giovani, finì in baldoria, con Giorgio Labò, morto partigiano pochi anni dopo, che passeggiava sul cornicione del tetto e Giuseppe Migneco così sbronzo da dormire sullo strapuntino fuori dalla porta. Tu invece restati la notte intera a parlare con Lidia. Di guerra, di pace, di pittura, d’arte. Di vita. Non vi lasciaste mai più. Avete fatto l’amore la prima volta sul pavimento duro della Galleria di Corrente. Dopo la caduta di Mussolini il tuo studio divenne la redazione clandestina dell’Unità. Ti arrestarono, ci volle tuo padre e le sue conoscenze, per farti scarcerare. Fuggisti in Svizzera con Lidia incinta, irregolari. Lì ti occupasti di trasferire le armi oltre confine per la Resistenza.

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