Brera – Garibaldi

Anima popolare della Milano ottocentesca, il quartiere compreso tra piazza Cordusio e piazza XXV Aprile, dove sorge l’arco di porta Garibaldi (1826-1828), si sviluppa lungo il tracciato che anticamente collegava Milano a Como. L’attuale corso Garibaldi (un tempo Borgo di Porta Comasina), presso il quale fino all’età napoleonica sorgevano numerosi complessi religiosi, era in origine abitato da artigiani e commercianti le cui attività, ospitate al pianterreno di modesti edifici risalenti al XVIII secolo, animavano durante il giorno la via. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento si innescò una rapida trasformazione del quartiere che, oltre a nuove costruzioni destinate alla classe operaia (qui richiamata dall’insediamento di molte fabbriche lungo il vicino naviglio della Martesana), vide sorgere luoghi di intrattenimento per la collettività e importanti istituzioni culturali che ne affermarono il ruolo attivo nella vita pubblica della città. Risale infatti al 1901 l’inaugurazione, nell’odierno largo Treves, della prima sede dell’Università Bocconi e al 1904 il trasferimento del Corriere della Sera nell’edificio di via Solferino 28, dove tuttora si trova.

La vocazione culturale del quartiere, a cui già era stata consacrata la zona di Brera con l’istituzione nel 1776 dell’omonima Accademia di Belle Arti e della Pinacoteca, proseguì anche nel Novecento. I vicoli attorno all’accademia, accolsero laboratori e famose gallerie d’arte e con il tempo divennero i luoghi più frequentati dagli artisti che amavano ritrovarsi nei numerosi bar e caffè della zona.

Nel secondo dopoguerra il quartiere Garibaldi, gravemente danneggiato dai bombardamenti, diventò oggetto di un piano di ricostruzione che, con l’apertura di nuove strade e la realizzazione di moderni edifici a destinazione residenziale e commerciale, rischiava di cancellare del tutto il tessuto urbano tradizionale. Grazie alla ferma opposizione degli abitanti della zona, i danni furono contenuti e gli interventi successivi si mossero nel rispetto dei manufatti storici e in difesa dell’anima originaria del quartiere. Proprio in questo quadro di riqualificazione urbana si inserisce il progetto di recupero dell’isolato Fossati, portato avanti dallo studio Albini-Helg (1975). L’antico teatro popolare Fossati (da cui il nome dell’isolato), opera di Fermo Zuccari (1859), verrà restaurato e trasformato tra il 1980 e il 1996 nel Teatro Studio dall’architetto Marco Zanuso che, con la realizzazione negli stessi anni della sede del Piccolo Teatro di Milano nel vicino largo Greppi, porterà a compimento il progetto di un nuovo nucleo teatrale per la città.

Tra le architetture più significative dell’area nel periodo in cui visse il pittore Bongiovanni Radice:

Complesso Residenziale (1968)
via Ancona, via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, via dei Chiostri, via Pontaccio, via Solferino
Progetto: BBPR – Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers

Palazzo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (1934 – 1941)
via Verdi, 8
Progetto: Giovanni Greppi, Giovanni Muzio

Edificio per uffici e abitazioni (1947-1948)
Via Broletto, 37
Progetto: Luigi Figini, Gino Pollini

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