Vincenzo Agnetti e la rivista “Domus”

Nata nel 1928 dalla fervida inventiva di Gio Ponti, la rivista “Domus” è ancora oggi un punto di riferimento per il mondo della progettazione architettonica e del design non solo italiani. In principio edita con il sottotitolo “Architettura e arredamento dell’abitazione moderna in città e in campagna” è stata concepita come organo di diffusione di un nuovo gusto originato dal rinnovamento di architettura, arredamento e arti decorative che, nella mente di Ponti, devono combinarsi per definire i caratteri della “casa all’italiana”. Il cui disegno – scrive Ponti nel celeberrimo primo editoriale del 15 gennaio 1928 – “non discende dalle sole esigenze materiali del vivere, essa non è soltanto una ‘machine a hábiter’. Il cosiddetto ‘’comfort’ non è nella casa all’italiana solo nella rispondenza dell cose alle necessità, ai bisogni, ai comodi della nostra vita ed alla organizzazione dei servizi. Codesto suo ‘comfort’ è in qualcosa di superiore, esso è nel darci con l’architettura una misura per i nostri stessi pensieri, nel darci con la sua semplicità una salute per i nostri costumi, nel darci con la sua larga accoglienza il senso di una vita confidente e numerosa, ed è infine, per quel suo facile e lieto e ornato aprirsi fuori e comunicare con la natura, nell’invito che la casa all’italiana offre al nostro spirito di ricrearsi in riposanti visioni di pace, nel che consiste nel pieno senso della bella parola italiana, il CONFORTO”.

Insomma, la casa è per Ponti e per “Domus” un luogo in cui rigenerarsi ed entro cui l’arte – in tutte le sue forme – ha un ruolo cardine: per questo, accanto alla pubblicazione di articoli dedicati alle più importanti figure del panorama progettuale mondiale o alle curiose rubriche su giardinaggio e cucina compaiono, fin dalle origini, numerosi testi scritti da artisti moderni o all’arte moderna riservati. Accanto al maestro Le Corbusier, ai giovani protagonisti della scena italiana come Franco Albini, Achille Castiglioni o Vico Magistretti vengono presentati pensieri e opere di Lucio Fontana, Fausto Melotti, Massimo Campigli, Francesco Somaini e di molti altri.

Dopo la parentesi del breve abbandono di Ponti (con la direzione di “Domus” affidati, dal gennaio 1941, a svariati architetti e critici, da Massimo Bontempelli, a Giuseppe Pagano, Melchiorre Bega ed Ernesto Nathan Rogers), tra i collaboratori della rivista spicca il nome di Vincenzo Agnetti: l’artista milanese scrive negli anni Settanta articoli indirizzati all’arte della copia dal vero, alla figura del maestro Lo Savio, sul rapporto tra concetto ed esperimento; è a “Domus” che Agnetti concede una delle ultime interviste, rilasciata sul finire del 1979 ed è “Domus” che pubblica, nel 1981, una delle prime raccolte di aforismi e principi dell’artista. Per un totale di quattordici saggi, che costituiscono un’interessante spaccato dell’attività teorica di Agnetti.

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