L’Accademia di Belle Arti di Brera

L’Accademia di Belle Arti di Milano nasce nel 1776 per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. La sua sede viene subito identificata nell’ex Palazzo del Collegio dei Gesuiti in Brera (da cui il suo nome), dove già risiedevano non solo il Ginnasio e le Scuole Palatine per le scienze giuridiche, ma anche l’Osservatorio astronomico, i Laboratori di fisica e chimica ad uso degli speziali, l’Orto botanico, la Biblioteca pubblica e la Società palatina per la promozione dell’agricoltura e delle manifattura, a cui l’Accademia subito si collega per alcuni insegnamenti. Lo scopo del governo austriaco è duplice: da un lato concentrare in unico luogo le istituzioni milanesi preposte all’alta formazione dei futuri ceti dirigenti dell’amministrazione imperiale, aumentando il controllo su di esse; dall’altro salvaguardare l’insegnamento delle arti e dei saperi artigianali dalla dispersione. Altra peculiarità dell’Accademia milanese è lo stretto rapporto tra la cattedra di architettura e la Commissione di ornato, che le conferisce anche una missione pratica.

La prima organizzazione didattica dell’Accademia prevede corsi di disegno, arti e manifatture, nudo, figura, architettura, ornato, chimica, fisica e matematica, lettere.

Nel 1801, a Ludovico Bianconi (segretario dal 1778) subentra Giuseppe Bossi, a cui si devono la fioritura dell’Accademia in epoca napoleonica e la sua sistemazione organizzativa e didattica, quest’ultima riorganizzata in 8 scuole (architettura, pittura, scultura, prospettiva, ornato, figura, incisione, anatomia). È però solo durante la Restaurazione che si torna a parlare della necessità di aprire anche una scuola manifatturiera, vale a dire rivolta ai saperi e alle pratiche dell’artigianato d’arte. Oggi, l’offerta formativa si articola nei quattro indirizzi di pittura, scenografia, scultura e decorazione.

Fiore all’occhiello dell’attività dell’Accademia sono le Esposizioni, nate nel 1805 con cadenza annuale e diventate triennali nel 1891. Esse rappresentano per molti decenni un momento di grande prestigio per gli artisti italiani e stranieri e anche una scuola di creatività per gli allievi, stimolati a partecipare anche dai premi messi in palio.

Non si contano gli allievi dell’Accademia che sono diventati protagonisti della scena artistica (Renzo Bongiovanni Radice, Giovanni Segantini, Mario Negri, Lucio Fontana, Enzo Mari), così come molti sono gli artisti che l’hanno diretta (Francesco Messina) o vi hanno insegnato (Adolfo Wildt, Carlo Carrà, Achille Funi, Alik Cavaliere, Andrea Cascella)

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